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mercoledì 1 ottobre 2014

Bossi ha dimostrato l’efficacia delle politiche… per la famiglia

     Un evento recente come la notizia delle dimissioni di Umberto Bossi dalla Lega Nord ne richiama uno remoto come la controversa frase pronunciata in un memorandum diplomatico il 2 agosto del 1847 da Klemens von Metternich: «l’Italia è un’espressione geografica». Il contesto storico si rivela chiarificatore, infatti gli anni che sono confluiti nel 1848 coincidono con le rivoluzioni nazionali. Il periodo della Restaurazione ha inizio nel 1815 con il Congresso di Vienna volto a sancire un ordine sociale e politico ispirato a quello esistente prima della rivoluzione francese. Lo statista austriaco Metternich osservava un’Italia divisa sulla quale sarebbe stato più semplice esercitare l’influenza austriaca. Chi legge tra le righe de “Il Battaglia”, dizionario della lingua italiana, potrà notare come quella locuzione viene impiegata per indicare una nazione che non ha ancora raggiunto l’unità politica.
     Ma oggi l’Italia cos’è? Di cosa è divenuta espressione? E da quanto tempo non udiamo più una notizia che possa dirsi politica invece che attinente alla vita privata dei politici? Bossi auspicava il federalismo fiscale nel Paese e per ottenere il consenso popolare ha fatto leva sulla materia nella quale siamo più deboli, l’italiano, prospettando l’idea che in ogni scuola si insegni il dialetto regionale. Mentre ci intratteneva e ci ipnotizzava era dedito all’unificazione di denaro all’interno di un fascicolo recante l’intestazione “The Family”. Sembra quasi un’attenuante perché le sue operazioni erano rivolte al benessere della cellula fondamentale della società, la famiglia, la sua. Smentiamo, dunque l’affermazione secondo la quale l’Italia investe poco sulle politiche familiari perché Bossi non è il primo a “prendere in prestito” qualche spicciolo per l’esame di maturità del figlioletto Renzo, balzato agli onori delle cronache nel 2008, o comunque per garantire alla sua famiglia un discreto tenore di vita. Fa quasi rabbrividire la sequenza di immagini volte a documentare la scalata professionale di Umberto Bossi, ma sotto quei riflettori e flash c’erano già delle zone d’ombra che si sono fatte sempre più fosche e non si può certo dire che la vetta sociale sia stata raggiunta con dei sacrifici. Solo alcuni italiani hanno incontri ravvicinati del terzo tipo col concetto di sacrificio e pagano per i vizi dei (pre)potenti. Concludo con una nuova massima, emblema del periodo dei tagli anche sulle sillabe: l’Italia non è una penisola, ma una pena.  

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