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domenica 5 ottobre 2014

L’estenuante fatica di essere una donna e... il femminicidio

     Il primo libro che ho recensito recava sull’aletta una scritta: «essere donna è un gran mistero». Mi conquistò immediatamente, ma al mio stupore dovetti anteporre la necessità professionale di comprenderne il significato profondo per rendere giustizia recensoria a un testo che si proponeva di dar voce a molte di quelle donne, prede dell’arretratezza culturale del proprio paese. La condizione femminile racchiude in sé il mistero della vita con la magia della gravidanza. La donna è garanzia di riproduzione e di continuità in un mondo che non le ha mai concesso un posto d’onore sul convoglio sociale. Con un excursus rapido e sintetico provo a delineare le tappe vissute nell’itinerario storico tinto di rosa.
In passato la donna era soggiogata rispetto all’uomo (padre, fratello, marito) e troppo spesso vittima di abusi. Con l’evoluzione della società, il gentil sesso si è ritrovato immerso in un contesto che lo condanna. Al pari di un equilibrista la donna moderna, perennemente indaffarata, consegue alti livelli di studio; coltiva l’ambizione di essere una lavoratrice; con lo sguardo fisso sul suo orologio biologico, trova un presunto compagno di vita e dà alla luce la prole; vede ridursi il tempo a disposizione per sé, ma non può contare sulla collaborazione del marito (è rara). La società italiana non le concede servizi che permettano la conciliazione dei numerosi ambiti della sua vita perché l’Italia è un fanalino di coda in Europa in termini di politiche familiari. Ad esempio esiguo è il numero degli asili nido aziendali, veri e propri circoli riservati a pochi eletti. Inoltre i titoli di studio conseguiti a costo di sacrifici, non le consentono ancora di occupare posizioni lavorative che contano, segno evidente di androcrazia.
Recentemente si è delineato un nuovo fenomeno che non pare destinato a cessare. Si tratta del femminicidio. Non è chiaro se si possa parlare di una degenerazione del maschilismo che pragmaticamente intende dimostrare la superiorità fisica dell’uomo sulla donna. Ad ogni modo è violenza di genere, domestica e non, perpetrata ai danni di donne a cui si è/era legati. Le statistiche hanno ormai elaborato bollettini macabri, nei telegiornali non manca mai la notizia che non vorremmo udire. Cosa sta accadendo? Spesso la donna ha acconsentito a presentarsi come oggetto del desiderio con l’ausilio del sistema mediatico, ma vi è un limite invalicabile che ogni madre dovrebbe indicare al proprio figlio: il rispetto verso le donne. Su questo non si deve discutere, mai.

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