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giovedì 27 novembre 2014

Origami coi fiocchi!

     I fiocchi di carta realizzati con la tecnica degli origami sono un ornamento ideale e versatile. Essi infatti possono essere impiegati per scopi meramente ornamentali, ma anche come addobbi natalizi generici o da adagiare sui rami dell’albero di Natale. Possono inoltre essere applicati su di un pacco regalo per adornarlo e personalizzarlo.
     A differenza degli origami tradizionali, questo modello richiede l’utilizzo di forbici e colla, ma solo per le rifiniture.  
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- Origami 3D. Rana o rospo ;
Origami 3D. Il cigno ;
Origami 3D. Il pappagallo o pappagallino ;
Origami. Lucky stars - Stelline della fortuna ;
Origami. Albero di Natale con tovagliolo di stoffa ;
Ninfea sottobicchiere con tovagliolo ;
Origami presidenziali - Burattini da dita ;
Origami 3D. Tavolino elegante ;
Origami semplici: camicia con cravatta ;
Stella in rilievo ;
Paper fortune teller, cootie catcher, salt cellar, whirlybird, wigwam ;
Origami semplici: camicia con cravatta per auto .

mercoledì 26 novembre 2014

Fenomeni di erosione e costruzioni della fantasia

     Il caso del continente Mu.
     (Tratto dal libro Tutti i misteri sono risolti, pp. 90–92).
     Un’immersione casuale a sud del Giappone ha reso possibile la scoperta di un’enorme struttura di roccia a gradoni. L’archeologia subacquea ha il pregio di regalare immense emozioni. Si è ipotizzato che si trattasse dei resti del continente Mu, contrazione di Lemuria, presunto gemello di Atlantide ubicato nel Pacifico. Era il gemello di Atlantide in salute e in malattia, poiché si narra di un continente florido che raggiunse il massimo splendore. Scomparve senza lasciare traccia a causa di un cataclisma inaudito.
 
     Non si è fatto accenno ad un elemento naturale. L’acqua è abile a scolpire la roccia almeno quanto il vento.
In alto: roccia soggetta ad erosione eolica. Sardegna, Capo d'Orso.
In basso: piramidi di erosione tramite scorrimento delle acque.
Trentino-Alto Adige, Segonzano, altopiano del Renon.
     Vi sono delle analogie con il suddetto ritrovamento. Molti anni fa seguii un documentario che trattava temi di astronomia. I riflettori erano puntati su Marte, in particolare sul “volto di Marte”. Notai che il programma si abbandonò alle divagazioni più fantasiose tali da poter scrivere un intero manuale di storia su una remota civiltà marziana. Si citò la religione, gli inevitabili conflitti e per dare maggior risalto al fenomeno (ed incrementare l’audience) fu perfino individuata una somiglianza con la Sfinge. Ciò lasciava supporre l’esistenza di un’antica civiltà marziana più avanzata della nostra al punto da aver compiuto dei viaggi cosmici dalla Terra a Marte e viceversa per mezzo di strumentazioni straordinarie.
Volto di Marte immortalato dalla sonda Viking.
 

domenica 23 novembre 2014

“Resto umano”. Tratto da una storia vera

     Anna Paola Lacatena, Resto umano. Storia vera di un uomo che non si è mai sentito donna, Chinaski Edizioni, Genova 2014, pp. 174, euro 14,00.
     L’opera propone la ricostruzione di una storia vera. In realtà raggiunge obiettivi decisamente elevati. Partendo dalla dimensione del ricordo dell’autrice si giunge a rivisitare l’intera dimensione dell’infanzia della/del protagonista. Con la generosità propria dei racconti di vita la storia a noi donata, con spirito di profonda immedesimazione, rappresenta un prorompente stimolo alla sensibilità e alla tolleranza. Esattamente quello che occorre ad una società, come quella odierna, tanto avanzata quanto arretrata poiché preda dell’omofobia e della transfobia.
     Il testo è ripartito in due sezioni: una biografica, ma pregna di immedesimazione, ed una dedicata agli approfondimenti tematici frutto di una ricca bibliografia.
     Anna Paola si ritrova a scrivere di ciò che non ha vissuto personalmente. Un’occasione dalla duplice valenza di onore ed onere allo stesso tempo. Ma la rara virtù dell’immedesimazione che evidentemente caratterizza l’autrice, l’ha condotta a stilare un percorso identitario che un giorno potrà rivelarsi salvifico per qualcuno.
     La tematica affrontata è quella dell’identità, la cui costruzione trova la sua culla nel delicato periodo dell’infanzia, quel periodo di vita che col trascorrere degli anni si fa sempre più sfocato e a tratti quasi nitido. È in quel passato che ci ritroviamo a cercare risposte. Tutto ha origine nell’infanzia. Le esperienze dei primi anni di vita possono avere conseguenze sull’intera esistenza. Quell’infanzia che transita rapidamente è incastonata, suo malgrado, in un preciso ambiente educativo che ci lascia in dote la zavorra di ricordi ed impressioni indelebili, per sempre interiorizzate.
     L’infanzia può essere negata. Allo stesso modo l’identità può essere indefinita.
     La sessualità costituisce una componente identitaria, socialmente riconosciuta, che spesso entra in contrasto con la dimensione interiore. Michela esteriormente e Miki interiormente. È il destino a compiere di questi errori che sembrano tanto simili a dispetti? E a quale regista spetta l’attribuzione dei ruoli? Ci si può liberare da un ruolo assegnato se esso si rivela conflittuale rispetto alla parte più profonda di sé? Apparenza ed essenza sono colleghe che operano su livelli gerarchici differenti. E il genere si pone tra di esse esprimendo identificazione ed appartenenza. L’armonia è d’obbligo. Se manca va ricercata.
     Tra gli anni ’70 e ’80 del Novecento si sono susseguiti i gender studies (studi di genere) che hanno preso in esame il tema del transgender. Si sono attuate anche numerose transizioni sessuali configuratesi come ripicca verso la vita ricevuta in dono. La verità è che nessuno studio o resoconto medico ha mai saputo dar voce al dolore interiore, a quell’agonizzante identità racchiusa in un corpo che non le appartiene. L’evasione da sé è un bisogno spontaneo ed immediato. Una reazione che ha bisogno di incontrare un soccorso affinché non vada smarrita la propria identità.
     L’omofobia, la transfobia, l’aberrazione sessuale sono divenute parole di uso comune che lasciano trasparire la massima intolleranza nei confronti di una realtà che siamo invece chiamati a conoscere e comprendere.
 

lunedì 17 novembre 2014

Dagli origami semplici agli… origami modulari

     Il livello avanzato degli origami è quello degli origami modulari. Come suggerisce la parola stessa, la tecnica si avvale di più moduli, ossia di un numero variabile di fogli di carta che dovranno essere piegati in serie ed in seguito assemblati. L’unione dei moduli è favorita dalla costituzione di apposite alette o tasche durante il processo di piegatura. Ne deriverà un’aderenza perfetta che fornirà un sostegno all’intero origami senza necessità di impiegare collanti.
     La struttura finale risulterà più grande, tridimensionale, solida e complessa e la complessità dell’origami è proporzionale alla durata della realizzazione.
     Nell’immagine: tetraedro, intersezione di due tetraedri, intersezione di tre tetraedri, intersezione di cinque tetraedri, icosaedro piramidato o stellato, stelle di diversi colori con sei moduli, stelle delle vostre squadre di calcio preferite. 
    
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- Ninfea sottobicchiere con tovagliolo ;
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Origami 3D. Tavolino elegante ;
- Origami semplici: camicia con cravatta ;
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- Origami semplici: camicia con cravatta per auto .

mercoledì 12 novembre 2014

Il ritrovamento di re Riccardo III in stile cold case

Riccardo III in un… parcheggio, la storia incrocia la modernità

È in perfetto stile cold case il ritrovamento delle spoglie di re Riccardo iii a Leicester, Inghilterra. Aveva la fama di sovrano spietato, oggi gli viene attribuito l’appellativo di «uomo del parcheggio». È doveroso un balzo temporale per spiegare la non casuale esumazione. Riccardo iii, nato nel 1452 ed appartenente alla dinastia Plantageneta (che include i casati di York e Lancaster), fu re d’Inghilterra dal 1483. Viste le vicende storiche, è dubbia la liceità dell’incoronazione dato che dopo la morte del fratello maggiore Edoardo iv, gli eredi ufficiali erano i nipoti dichiarati illegittimi da Riccardo e spediti nella Torre di Londra. Svanirono nel nulla e la cosa destò sospetti orientati verso la teoria dell’assassinio. Il trono fu dunque usurpato. Il regno conquistato con l’inganno ebbe vita breve: contro il re si sollevò una ribellione che culminò con la battaglia di Bosworth (1485) nella quale perì per mano di Enrico Tudor, il futuro Enrico vii d’Inghilterra, membro da parte di madre del casato di Lancaster. Con questa battaglia si concluse la guerra delle Due Rose (1455–1485 combattuta tra le due famiglie dei Lancaster e degli York). Di lui scrisse Shakespeare nel dramma storico Riccardo iii (1592). Il componimento ne dipinge vita e personalità con fosche pennellate: un personaggio negativo, malvagio, dal braccio avvizzito, andatura zoppicante e schiena ricurva, dopo la morte del quale avvenne la presa di potere definitiva dei Tudor. Descrizioni per secoli considerate inventate per rimarcare l’assenza di scrupoli del sovrano. Le circostanze della sua dipartita furono cruente come il suo temperamento: si narra che ricevette un colpo, alla base del cranio, che gli fu fatale. I suoi resti vennero sepolti nella chiesa dei Frati Grigi (Greyfriers Church). Nel 2012 l’Università di Leicester ha condotto indagini archeologiche individuando il sito della chiesa che oggi ospita un parcheggio sotterraneo. Una ricerca genealogica ha permesso di rintracciare l’ultimo discendente vivente in linea di sangue materna e di esaminarne un campione di dna mitocondriale (si tramanda dal lato materno e resta inalterato nelle generazioni), prelevato con un tampone orale. Sotto il coro della chiesa vi sono i resti del famigerato monarca che confermano le informazioni note: una lesione sulla parte posteriore del cranio e un rachide (colonna vertebrale) affetto da scoliosi evolutiva con curve accentuate che spiegano le gobbe unite a un’andatura claudicante. La datazione al carbonio 14 rivela che i resti risalgono al Quattrocento. Il suo volto è stato ricostruito in 3D.
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 13 febbraio 2013, pag. 24.

giovedì 6 novembre 2014

Un abito di alta sartoria per la tua Barbie

     Commercializzata a partire dal 9 marzo 1959, Barbie è la bambola più venduta al mondo.
     Ha influenzato la cultura di massa, alimentato il collezionismo, fatto crescere il fatturato della casa di produzione e svolto numerose professioni.
     Le sono stati conferiti vari abiti ed accessori, ma per personalizzare e rendere unica la vostra Barbie dovreste puntare sull’alta sartoria.
     Bandendo il prêt-à-porter tipico della produzione in serie, privilegiate l’alta moda (haute couture) per la vostra bambola.
     Recuperate quel vecchio ferro del mestiere quotidianamente usato dalle nostre ave ed oggi riposto, anzi abbandonato in qualche angolo della casa. Mi riferisco all’uncinetto, uno strumento che consente creazioni stupefacenti. Munendovi di cotone e seguendo le istruzioni presenti nelle riviste a tema potrete creare con le vostre mani un guardaroba per Barbie. Familiarizzerete con nuovi termini come: catenella, maglia alta, maglia bassa e altri ancora. 
     Che aspettate, mettetevi al lavoro!
     Siate stilisti del vostro piccolo pezzo da collezione che da anni custodite gelosamente.

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