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lunedì 15 gennaio 2018

Lungo i sentieri dell’identità. Intervista a Silvana Calabrese 2

Silvana Calabrese, Lungo i sentieri dell’identità, Aracne Editrice, Roma 2012, pp. 196. Collana Università “Sapienza” di Roma.

     Come nasce il libro? Dall’esigenza di premere il tasto pausa alle nostre fin troppo frenetiche esistenze. Mi ha consentito di ripercorrere la mia vita e di osservare con incanto la vita del mio prossimo, fermandomi a riflettere. Ogni giorno avvertivo il bisogno irrefrenabile di sedermi e continuare la stesura dell’opera perché non facevo altro che incamminarmi lungo i sentieri dell’identità. Il testo nasce dal desiderio di comporre un dono per i lettori offrendo a me stessa una catarsi interiore, un viaggio introspettivo low cost.
     Il tema principale? Ciascun lettore potrà identificarsi nelle vicende trattate perché esiste un filo sottile che lega tutti noi. Il tema principale è quello del viaggio, un viaggio nel tempo a ritroso e in prospettiva. Percorrerete un itinerario che vi condurrà ad un approdo: l’antidoto ai disagi contemporanei.
     L’argomento affrontato, l’identità, rappresenta esso stesso il punto di forza dell’opera poiché costituisce il richiamo costante al quale siamo sottoposti. Infatti non dovremmo dimenticare che oggigiorno la nostra identità, ovvero il modo in cui percepiamo noi stessi è minato dalla difficoltà nel trovare un’occupazione (oggetto di un curioso capitolo). 
Silvana Calabrese Lungo i sentieri dell'identità
     A chi è diretto? A tutti coloro i quali, raggiunta una veneranda età, desiderano sedersi comodamente in poltrona e personalizzare la lettura trasportandosi sul viale dei ricordi. A coloro che hanno bisogno di riconciliarsi con se stessi. A quei genitori che hanno dimenticato di essere i primi educatori dei figli poiché molto di ciò che diventeremo da adulti si decide durante gli anni dell’infanzia. A coloro ai quali è dedicato il capitolo Matrimonio: la via del compromesso. A chi si sorprenderà scoprendo quanto i fattori identitari siano strettamente legati e difesi dai codici Civile e Penale e dalla Costituzione della Repubblica Italiana. A quelli che dovrebbero «imparare a credere in ciò che ancora non si vede».
     Il regalo perfetto per? Spero di non dare una risposta scontata asserendo che è adatto sia ai lettori dotti che ai meno eruditi e non fa discriminazioni anagrafiche poiché è un ponte generazionale. Possono donarlo i figli ai genitori. Oppure i nipoti ai nonni. O i genitori ai figli. Potrebbe essere un dono rivolto al coniuge. Qualunque occasione festiva accoglie la possibilità di incartare il libro. Non c’è il rischio di omologazione dei lettori perché la lettura viene interiorizzata e resa esperienza personale.
     Il messaggio che vuole lasciare/lanciare? Lancio un invito alla riflessione affinché non vadano persi i progressi e i doni della vita.
     Offro conforto a chi ha scrutato il lato triste della vita e lo esorto a guardare l’orizzonte, a riformulare nuovi obiettivi e conquistarli.
Induco i lettori a tornare a credere in ciò che è invisibile, ossia quello che ancora non si vede, ossia i programmi per il futuro.
     Lascio il messaggio che occorre tenacia e perspicacia e perseveranza per sormontare ogni tipo di ostacolo senza mai arrendersi.
     Il libro che avrebbe voluto scrivere? Proprio questo. Avrei voluto avere qualche anno fa la stessa saggezza che mi ha indotto a scrivere “Lungo i sentieri dell’identità”.
     So bene che gli scrittori creano delle aspettative nei lettori, ma in questo caso è l’autrice ad avere un desiderio: poterlo presentare ad un pubblico ampio con il quale discuterne. Quando scrivo un libro immagino il futuro lettore come faceva Virgina Woolf, ma è un’emozione unica avere i lettori di fronte. Hanno mille domande da porre e nello stesso tempo elaborano spunti notevoli.
     E quello che scriverà? Le idee sono molte ed il cantiere ha vetrate spesse e scure. Su di esso aleggia il segreto professionale. Ma vi concedo qualche piccola indiscrezione. Al momento sto seguendo due percorsi culturali: continuo ad alimentare la mia mente con numerose letture ed ho intrapreso un itinerario specifico che permette di individuare ciò che ha carattere inedito.
     Il libro guida? Non ho esattamente un libro guida, né mi ispiro allo stile di un autore. Ne ho elaborato uno personale. Però fin da bambina mi lasciavo affascinare dal personaggio televisivo della scrittrice di gialli Jessica Fletcher. Una donna geniale e dotata di acuto senso di osservazione e spirito critico. Nella serie televisiva “La signora in giallo” ha sempre goduto della stima dei suoi concittadini e perfino degli assassini grazie al suo impeccabile stile nel ricostruire le dinamiche dei delitti.
     La copertina preferita? Da quando ho imparato ad usare i diversi software, mi sono sempre impegnata nella realizzazione grafica delle mie copertine. Sono dell’idea che il primo ed immediato messaggio che un libro possa veicolare risiede nella copertina e che solo l’autore può concepire l’immagine da destinare al pubblico.
     Il libro che sta leggendo? Per il momento sono impegnata nella lettura di testi specifici e tecnici.
     Usa segnalibri? Il più stravagante? Nessuna stravaganza da segnalare in merito ai segnalibri. Ne ho alcuni ricevuti dall’Università, altri presi in libreria, un posto dove mi reco con assiduità. L’unica stravaganza consiste nel fatto che faccio di tutto per non sgualcirli. 
     Una frase regalo per i lettori. Volare con le ali della fantasia è come trovarsi ad alta quota senza paracadute e in riserva. Si è sospinti solo dalla volontà. 

Consulta la scheda del libro Lungo i sentieri dell'identità 

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Tutti i misteri sono risolti, l'intervista ;

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