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lunedì 5 febbraio 2018

La barzelletta fiscale: l’evasore, l’esente e il francese

È ora di smetterla con le barzellette sui carabinieri: non sarebbe rispettoso dato che alcuni di loro perdono la vita eroicamente. E ormai sono passate di moda anche le barzellette che iniziano con «ci sono un italiano, un inglese e un francese»: siamo sufficientemente globalizzati da aver raggiunto un buon livello di maturità cosmopolita. Una nuova tipologia di «racconti da ombrellone» (modo in cui mi piace definire le storie ridicole e contraddittorie da narrare in spiaggia) può essere costituita da due coprotagonisti: l’esente e l’evasore.
Evasione fiscale Silvana Calabrese Blog
L’esente è colui il quale si è dimostrato totalmente incapace di sedurre l’ipovedente Fortuna. L’esente in genere coincide col disoccupato o con chi ha un reddito basso. Viene apostrofato come «parassita dello Stato» poiché è a questa entità giuridica che egli si rivolge per ottenere esenzioni in merito a tasse, visite mediche, prescrizioni farmaceutiche. Ma tali agevolazioni richiedono la pazienza dell’attesa, perché lunghe sono le code per ritirare attestazioni e certificazioni del proprio precario stato economico.
Un personaggio di grande interesse è l’evasore che spesso indossa la maschera dell’esente. L’evasore non è povero (lo è nell’animo), ma ove possibile si crea sempre delle circostanze per fare sue delle agevolazioni alleggerendo i già anoressici fondi statali. L’evasore ha un credo secondo cui le tasse sono una punizione e le bollette una tegola sulla testa. Girano per la città a bordo di auto di grossa cilindrata e dichiarano meno del reddito effettivo. Forse sono deboli in matematica. Ma paradossale sarebbe il caso di docenti che insegnano la storia dei mass media o dell’evoluzione del giornalismo per poi violare deliberatamente l’art. 27 della Legge n. 223 del 6 agosto 1990, anche nota come Legge Mammì (Norme sul canone di abbonamento). Ne viene fuori una débâcle delle materie umanistiche.
Passiamo al francese: – Vous parlez français? – Non.
E allora? In questa barzelletta moderna l’evasore e l’esente non si accompagnano al francese perché quest’ultimo serviva solo a echeggiare le barzellette vecchio stampo.
Questa tuttavia è una storia senza dimora cronologica come dimostrerebbe la riesumazione del Catasto Onciario o Carolino, quel documento di natura fiscale redatto tra il 1753 e il 1754 al fine di garantire un’equa ripartizione del carico fiscale affinché «i pesi (tasse) siano con uguaglianza ripartiti, e che il povero non sia caricato più delle sue deboli forze ed il ricco paghi secondo i suoi averi». Le tasse gravarono ugualmente sugli umili ed i beni feudali furono esentati. 
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 5 febbraio 2012, p. 12.

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