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martedì 13 marzo 2018

L’avvento dell’italiano moderno ha stravolto le regole grammaticali

Vi va una grammatica? È come un drink shakerato con la vita quotidiana e rigorosamente servito «on the rocks» come il Whisky. Di certo non si può servire liscio, visti i recenti e crescenti strafalcioni pronunciati dal popolo italiano!
Silvana Calabrese Blog La scorribanda legale
Parliamo di congiunzioni, parti invariabili e fondamentali di un discorso perché stabiliscono coesione e coerenza nelle frasi… bèh, non per molto ancora! Che il cataclisma si compia, dunque!
Ne è un esempio il «ma», un tempo congiunzione avversativa che collegava le frasi contrapponendole ad es. «Il politico che preferisco è andato al mare, ma non è annegato». L’italiano moderno nasce tra i banchi di scuola e viene inciso, anzi ucciso, sui e nei social network.
Quando saluto qualcuno con un «ciao» ottengo in risposta un «ma ciao!». E se ritento con un cordiale «buongiorno» mi rispondono «ma buongiorno!». Ovviamente ogni lingua che si rispetti presenta delle varianti come «ciao a te» e «buongiorno a te» che somiglia tanto ad una dichiarazione di guerra fatta con il sorriso.
Esiste poi una formula che ha la valenza di una sfumatura elegante per aggirare qualunque richiesta. Nasce dall’unione di tre elementi: una congiunzione avversativa, una congiunzione semplice ed un avverbio di quelli che nuocciono alla teoria dello Yes man. In genere questa formula funge da auto salvataggio sul gong e viene utilizzata ampiamente nelle situazioni dove è richiesto lo svolgimento di un compito o di un dovere ed anche quanto si richiede collaborazione. Esemplifichiamo: «Andresti a buttare la spazzatura?» oppure «Vai a fare i compiti?» e la risposta è «Ma anche no!». È un’espressione sgrammaticata, affilata come un rasoio, ma assolutamente diretta. Coglie nel segno, e soprattutto si è diffusa come una moda.
La grammatica appena presentata è degna di un’anti Accademia della Crusca. Con la sua irriverenza e sfrontatezza si è imposta tra i banchi di scuola e nelle università. Presto i dizionari saranno costretti a contemplarla e a spiegarne l’origine. E prima o poi i manuali di grammatica si dovranno arrendere a questa nuova specie di lingua vernacolare, territorialmente omogenea, o di eccezione che conferma la regola o… che la soppianta!
Questa è l’essenza del mutamento sociale, più simile ad una rivoluzione che tutto investe e stravolge conducendo la signora grammatica nei bassifondi dell’ebbrezza e della sregolatezza per essere servita puntualmente on the rocks e mai liscia. È una grammatica proibita, ma proprio per questo più ambita. 
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 11 dicembre 2015, p. 16.

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