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lunedì 30 aprile 2018

Crisi di identità per i medici di famiglia

Dal 23.12.1978, con la legge n. 833 (riforma sanitaria), in Italia è stata introdotta la figura del medico di famiglia. Lo si sceglie presso gli uffici dell’A.S.L del comune di residenza, consultando la lista dei medici disponibili. Fin dal principio tali medici sono stati referenti indiscussi dai quali recarsi per motivi di cura o semplice consulenza. Pare debbano promuovere la salute, prevenire le malattie e fornire cure e terapie. In questo consiste la loro assistenza ai pazienti. Un ingranaggio troppo bello per mantenersi integro! Come molti, anche il medico di fiducia tende a prescrivere con sollecitudine integratori alimentari piuttosto che consigliare un’alimentazione sana. In questo si prospetta una comune colpevolezza di medico e paziente poiché quest’ultimo affolla le farmacie alla ricerca dell’integratore “giorno da leoni” mentre diserta il mercato ortofrutticolo.
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In un clima di tagli e revisioni di spesa si sa che il paradosso è d’obbligo: si risparmia sul necessario e si sperpera sul superfluo. L’assurdo si applica all’elenco delle analisi ematochimiche indispensabili a condurre un check-up completo che per definizione serve a verificare lo stato generale di salute del paziente e a rivelare disfunzioni latenti. Capita che il medico curante ometta esami fondamentali come le transaminasi. A volte accade che un paziente zelante ed erudito fornisca un promemoria al medico di base, il quale sfoltirà molte voci dalla lista. Sosterrà l’ipotesi che ogni disfunzione si annuncia palesemente. Si domanderà più volte quale sia il suo ruolo di medico. Ribadirà che nelle analisi di routine, la cui cadenza non deve essere annuale, non è necessario spingersi oltre emocromo, sideremia, ferritina e fosfatasi alcalina. Obiezione! Gli esami sono scarsi, ne occorrono altri. La glicemia ci indica il glucosio presente nel sangue; trigliceridi e colesterolo ci parlano dei grassi; bilirubina e transaminasi sono sentinelle della funzionalità epatica; azotemia e creatininemia sono guardiane della funzionalità renale; tra gli ormoni pancreatici annoveriamo insulina, amilasi e lipasi; calcemia e vitamina D (carente a tutte le età) sono l’immagine della salute delle ossa; la tiroide non ama restare nell’ombra, ma vuole parlarci tramite FT3, TSH, FT4, anticorpi anti-tireoglobulina ed anti-tireoperossidasi. Da non trascurare è il valore della vitamina B come anche l’esame delle urine e delle feci. Nessuno desidera scadere nell’ovvio, ma prevenire è meglio che curare! 
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 1 dicembre 2014, p. 12.

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