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lunedì 21 maggio 2018

Sono ancora nel bozzolo, ma già stanchi di lottare

L’era delle litanìe giovanili 
Esistono due tipi di fenomeni: quelli che ci limitiamo ad osservare e studiare, come ad esempio i fenomeni atmosferici, e quelli che noi contribuiamo a generare. Il più recente è il fenomeno delle litanìe giovanili. La categoria dei giovani, all’alba della prima decade del III millennio, ritiene che la società l’abbia resa marginale, depauperandola del futuro e costringendola a vivere un presente dai contorni indefiniti.
Stanchezza lavoro dormire Pisolo Silvana Calabrese
Supponiamo per assurdo di poter paragonare i giovani alle donne, le stesse che per molto, anzi troppo tempo sono state paralizzate, nei comportamenti, dalle convenzioni sociali.
Secoli di conquiste civili e politiche avevano trascurato il mondo femminile, privandolo perfino del diritto al voto. Loro, le donne, non persero tempo, acquisirono la consapevolezza degli eventi storici e condussero la loro battaglia femminista al fine di raggiungere emancipazione, autonomia e riscatto sociale.
I libri di storia ci illuminano su quanti ostacoli le esponenti di sesso femminile abbiano incontrato prima di conquistare il suffragio femminile. Le «suffragette» statunitensi lo raggiunsero nel 1820, mentre le italiane nel 1946.
Ma i diritti che oggi sono riconosciuti alla donna (voto, famiglia, pari opportunità nel lavoro, periodo di maternità retribuita) hanno radici storiche e sono preceduti da decine di secoli di subordinazione sociale.
La storia, nei diversi periodi che la contraddistinguono, è costellata di personaggi, sia maschili che femminili, il cui esordio sociale è stato durissimo, eppure non hanno mostrato segni di cedimento nemmeno quando le circostanze erano riluttanti a svelare aspetti positivi.
I nostri predecessori, tra cui i giovani protagonisti del ’68, hanno lottato per ottenere quella libertà che poi molti giovani della nostra generazione hanno trasformato in libertinismo.
Se le vostre litanìe sono supportate da solidi pilastri, allora non indugiate, realizzate ciò che per voi ha realmente valore. Credete in voi stessi, siate audaci e coraggiosi, non datevi mai per vinti.
Vi sembra forse che Maria Montessori abbia perso tempo con inutili litanìe verso un’Italia che imperdonabilmente tardò a riconoscerle i suoi meriti?
E vi sembra che io mi sia arresa lungo il tortuoso iter editoriale per dare alla luce Tutti i misteri sono risolti
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 18 giugno 2011, p. 24.

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